Luca Sironi
Il mio incontro con Aus è stato piuttosto casuale. Durante una visita fisiatrica in Unità spinale, nel 2018, ho chiesto se ci fosse la possibilità di fare sport, cosa che in oltre due decenni di carrozzina non ho mai valutato seriamente e che a 46 anni ho avvertito la necessità di iniziare, per curiosità.
Meglio tardi che mai. Ho conosciuto AUS tramite la dottoressa Cassinis, che ne fa parte, e che mi ha fornito i contatti della segreteria. L’associazione mi ha accolto in modo sorprendente: fin da subito sono stato informato di tutte le possibilità riguardo l’inizio di attività sportiva e in quel momento era ciò che mi interessava. Tramite i vari sportelli sono venuto successivamente a conoscenza di informazioni riguardanti un turismo accessibile e la possibilità di essere guidato verso un eventuale inserimento lavorativo .
In breve tempo ho compreso come Aus potesse sostenermi non solo dandomi la possibilità di fare sport ma anche dal punto di vista della socializzazione. Ho subito iniziato a praticare scherma e dopo sei mesi ho ritenuto che non fosse lo sport adatto a me, non certo per una qualche carenza della struttura ma perchè non avvertivo la giusta spinta a proseguire. Ho dunque iniziato a praticare nuoto, un’attività dalla quale ho scoperto di trarre grande beneficio. Con il passare del tempo, frequentando la sede di Aus e conoscendo meglio operatori, volontari ed utenti, ho scoperto come la sensazione forte di essere parte di una comunità attiva non sia per nulla casuale ma cercata e favorita dall’associazione. Ho dato la mia disponibilità a prestare servizio come volontario, mettendo a disposizione della struttura le mie competenze e conoscenze specifiche relative al mondo del cinema e della fotografia.
Ho ritenuto necessario partecipare attivamente alla vita dell’associazione in modo da supportarla nel proseguire la costruzione di quei ponti tra un luogo protetto, come può essere l’Unità spinale di Niguarda, ed il mondo esterno. Ponti necessari ad un’inclusione piena e strutturata delle persone con disabilità nel contesto civile e sociale. Praticare come volontario presso la sede Aus non mi ha ovviamente impedito di continuare a fruire delle possibilità offerte di poter svolgere attività che stimolassero la mia curiosità. In seguito ad un mio desiderio di accedere alla piscina del centro Saini di Milano per frequentare un corso da sub per persone con disabilità, mi sono trovato in condizione di non poter usufruire della struttura vista l’assenza di accessori necessari ad una corretta e dignitosa preparazione in sicurezza alla fruizione della piscina per una persona in carrozzina.
Ho ritenuto opportuno segnalare la cosa ai referenti politici del Comune di Milano cercando di far comprendere loro l’assoluta necessità di attivarsi per eliminare le numerosissime barriere architettoniche presenti in città e di prestare particolare attenzione alle strutture pubbliche onde permetterne un libero utilizzo da parte di tutti.. Avendo svolto per diversi anni attività di amministrazione presso il mio Comune di residenza, Cernusco sul Naviglio, conosco bene le dinamiche relative al funzionamento degli uffici pubblici. Mi è stata quindi data la possibilità di partecipare in qualità di portavoce di Aus all’avvio di un progetto con associazioni presenti sul territorio che da anni si mobilitano per una corretta applicazione del PEBA da parte dei Comuni della Lombardia, con l’obiettivo di eliminare le barriere architettoniche presenti sul territorio. L’Associazione Unità Spinale mi ha dato la possibilità di attivarmi nel tentativo di migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità attraverso un’azione volta ad una fruizione libera delle città in cui viviamo.